HF-6V HF-9V HF-2V
Perchè le antenne multibanda HF6V-X e HF9V-X della Butternut
sono di gran lunga superiori ad altre verticali multibanda di equivalenti
dimensioni, comunque esse siano progettate, o qualunque sia il numero di
gamme offerte, o qualunque sia il loro prezzo?
E' molto semplice rispondere ad una tale domanda.
I progetti convenzionali fanno uso di circuiti basati su trappole per
interrompere il flusso di corrente nelle porzioni superiori dell'antenna
su tutte le bande, eccetto la più bassa in frequenza.
Il risultato è quindi una antenna che raggiunge il fatidico
valore teorico di un quarto d'onda soltanto sui 10 metri. Sulle bande di
frequenza più basse, invece, il carico cumulativo delle trappole
relative alle frequenze più alte limita l'ammontare di conduttore
utilizzabile per la risonanza, con la conseguenza che i valori di resistenza
di radiazione sono progressivamente più bassi, anche su quelle bande
in cui il conduttore disponibile ha una lunghezza maggiore di un quarto
d'onda.
La resistenza di radiazione è quella porzione dell'impedenza
totale dell'antenna nel punto di alimentazione che rappresenta la parte
utile, ovvero la potenza effettivamente irradiata dall'antenna anzichè
persa in calore nelle trappole o nelle bobine di carica o nelle connessioni
di terra.
Il segreto dell'efficienza di una antenna verticale sta nel mantenere
la resistenza di radiazione al valore più alto possibile in relazione
alle perdite nella terra o nel conduttore. L'esclusivo sistema di Accordo
a Reattanza Differenziale (Brevettato) della Butternut fà risuonare
l'intero elemento radiatore dell'antenna verticale di 7.9 metri su tutte
le gamme, con la sola eccezione dei 15 metri.
Ciò comporta una più alta resistenza di radiazione e
conseguentemente una maggiore efficienza di quanto sia possibile ottenere
con verticali convenzionali a trappole multiple della stessa lunghezza
ed operanti sullo stesso piano di terra. Anche in 15 metri, comunque, la
parte attiva delle verticali Butternut è significativamente maggiore
(un intero quarto d'onda ed oltre) di qualsiasi altra antenna verticale
con trappole posta a paragone.
Vi sono poi molti altri vantaggi derivanti da una maggiore resistenza
di radiazione ottenuta grazie ad elementi radianti più lunghi, tra
cui sono di rilevante importanza una maggiore larghezza di banda entro
valori di R.O.S. molto più contenuti ed una irradiazione maggiore
del segnale ad angoli d'onda più bassi, ovvero quelli utili per
i collegamenti DX.
Provate a paragonare la banda passante su una frequenza centrale e
la resa in DX con segnali ad angoli bassi tra le verticali Butternut ed
altre verticali trappolate multibanda: potrete constatare di persona che
non c'è davvero paragone!
Il segreto sta sempre nel tipo di progetto esclusivo, che offre maggiore
resistenza di radiazione grazie all'impiego di circuiti L-C generatori
di reattanza, ognuno costituito da conduttori avvolti in aria a forma di
bobina, di diametro tale da essere auto-supportanti, e sistemati in opportuni
punti dell'antenna con condensatori ceramici da ben 7500 Volts, per il
maggiore Q possibile e le minori perdite possibili nel conduttore e nel
dielettrico.
Grazie all'impiego del KIT TBR-160-S tutte le verticali Butternut possono
essere fatte risuonare con successo anche sui 160 metri, ed il cambio di
gamma da 10 a 160 metri non richiede ritarature, ma è totalmente
automatico.
La HF6V-X può operare, aggiungendo l'apposito KIT A-17-12, anche
sui 12 e 17 metri.
Aggiungendo il KIT A-6 può operare anche sui 6 metri, diventando
così una HF-9VX, che non è altro che una HF-6VX con i kit
aggiuntivi forniti di serie.
NOTE SUI SISTEMI DI TERRA E SUI RADIALI
a) MONTAGGIO A TERRA DELLE ANTENNE VERTICALI
Una antenna verticale, nella sua forma più semplice, è
elettricamente equivalente alla metà di un dipolo posta in verticale
su una delle due estremità La terra, quando l'antenna venga montata
in prossimità di questa, prende il posto della metà mancante
del dipolo. Se la conduttività della terra varia da "decente" a
"buona", allora un semplice paletto di rame o di buon conduttore conficcato
nel terreno può costituire una presa di terra sufficientemente buona
per le operazioni, con risonanza e buon valore di R.O.S.
In quasi tutti i casi l'efficienza di una antenna verticale sarà
però maggiore se verranno usati dei radiali interrati per migliorare
la conduttività del suolo.
Per le verticali montate direttamente a terra è importante ricordare:
1. Il diametro del conduttore dei radiali non ha rilevante importanza
e può essere di qualsiasi lunghezza utile.
2. Non occorre che i radiali siano tutti della stessa lunghezza,
nè che siano necessariamente stesi in linea retta. Non ha senso
ta- gliare i radiali a lunghezze risonanti su una data frequenza, poichè
una volta interrati la terra stessa li renderebbe non risonanti. E' in
genere più conveniente fare dei solchi nel suolo e spingervi in
dentro i radiali per alcuni centimetri, ma questi possono essere anche
lasciati in superficie se non costituiscono un pericolo. Un grande numero
di radiali lunghi sarà in genere più efficace di un basso
numero di radiali corti al fine di ridurre le perdite dovute alla terra,
però è anche in genere importante tenere presente che le
maggiori perdite avvengono nella superficie più vicina alla base
dell'antenna, dove il flusso di corrente è maggiore. E' quindi preferibile
per tale ragione, data una certa quantità di conduttore disponibile
da collocare, usare un grande numero di radiali corti piuttosto che un
minor numero di radiali lunghi. Per le operazioni multibanda in HF il miglior
sistema di terra consisterà nel maggior numero di radiali della
maggiore lunghezza possibile ammessa dalle circostanze. In alcuni casi
si può utilizzare della rete metallica quale sostituto per i radiali
e/o connessione di terra, con la rete che agisce come una armatura di un
condensatore che si accoppia alla terra al di sotto dell'antenna. Va sottolineato
che un paletto conficcato nel terreno può andare bene solo come
presa di terra d.c. o come punto di attacco per i radiali, ma è
praticamente inutile al fine di ridurre le perdite del terreno relativamente
alla radio frequenza, quantunque voglia essere conficcato profondamente.
EFFICIENZA DI UNA ANTENNA VERTICALE.
L'importanza di ridurre le perdite nel sistema di terra può
essere rilevato dall'esame dell'impedenza di una antenna verticale nel
punto di alimentazione, che alla risonanza consiste in 3 componenti:
1) LA RESISTENZA DI RADIAZIONE DELL'ANTENNA
2) LA RESISTENZA DOVUTA ALLE PERDITE DEL CONDUTTORE
3) LA RESISTENZA DOVUTA ALLE PERDITE DEL TERRENO
Una antenna a quarto d'onda non caricata ha una resistenza di radiazione
di 35 ohms, con perdite ohmiche o del conduttore relativamente trascurabili.
Le perdite dovute invece alla elevata resistenza causata da terreno scarsamente
conduttore possono essere molto elevate, se non vengono messe in opera
delle misure atte a ridurle. In alcuni casi la resistenza R relativa alle
perdite del terreno può essere anche superiore alla resistenza di
radiazione dell'antenna stessa. Queste 3 componenti possono essere addizionate
per arrivare all'impedenza di alimentazione di una antenna risonante (reattanza
uguale a zero).
In termini di legge di Ohm, la resistenza di radiazione (Rr) in un
punto dell'antenna può essere vista come il rapporto tra il voltaggio
(E) e la corrente (I) che scorre nell'antenna, quindi: Rr = E/I Da ciò
appare chiaro che se l'antenna è alimentata in un punto in cui la
corrente è alta, come alla base, la resistenza di radiazione sarà
bassa, e tanto più bassa quanto più corta è l'antenna.
Al fine di fornire un esempio esplicativo relativo al calcolo dell'efficienza
di un'antenna verticale, consideriamo una perdita dovuta al terreno
di 15 ohms, una perdita dovuta al conduttore pari a zero ohms ed una resistenza
di radiazione pari al valore classico di una verticale a quarto d'onda
di circa 35 ohms. La impedenza nel punto di alimentazione sarà quindi
pari a 15+0+35 = 50 ohms, e l'antenna sarà perfettamente accordata
ad una linea di alimentazione a 50 ohms.
Poichè la resistenza di radiazione è un indice della
quantità di potenza applicata che viene consumata sotto forma di
irradiazione utile anzichè dissipata in calore nella terra o nel
conduttore, la resistenza di radiazione deve essere mantenuta quanto più
alta sia possibile in relazione alla impedenza totale del punto di alimentazione,
al fine di mantenere elevata l'efficienza totale del sistema. L'efficienza,
espressa come valore percentuale, può essere calcolata dividendo
il valore della resistenza di radiazione per quel- lo della impedenza di
alimentazione totale di una antenna risonante.
Quindi l'efficienza dell'antenna considerata poc'anzi sarà pari
a 35/50 = 70%.
Riducendo progressivamente la lunghezza di un conduttore al di sotto
del quarto d'onda la resistenza di radiazione decresce rapidamente, ed
aumentano le perdite dovute agli induttori richiesti per le cariche.
Una verticale di lunghezza pari ad un ottavo d'onda caricata induttivamente
avrà una resistenza di radiazione pari a circa 15 ohms, e perdite
dovute alle bobine (o trappole nei sistemi multibanda) pari a circa 5 ohms.
Considerando lo stesso valore di prima, ovvero 15 ohms per le perdite
ohmiche del terreno, avremo una impedenza nel punto di alimentazione pari
a 15+5+15 = 35 ohms, e quindi una efficienza del 15/35 = 43%.
Dai precedenti calcoli risulta quindi chiaro come una antenna verticale
più corta di un'altra risulti necessariamente meno ef- ficiente
di questa per un dato valore di perdite nel terreno. Per compensare quindi
tali perdite sarà quindi necessario accre- scere l'efficienza del
sistema realizzando un più elaborato sistema di terra o di radiali.
Se infatti dal precedente esempio si riuscisse a ridurre le perdite ohmiche
del terreno da 15 a circa 0 ohms, ne deriverebbe una possibile efficienza
di una verticale di un ottavo d'onda pari al 75%. Sfortunatamente, per
arrivare a tale valore occorrerebbero oltre 100 radiali di lunghezza pari
a mezz'onda. Non essendo da tutti realizzare un tale sistema, nella pratica
bisogna quindi rassegnarsi ad ottenere un valore di efficienza minore con
verticali caricate. Nonostante comunque le loro limitazioni pratiche, antenne
verticali anche raccorciate montate su un sistema di terra o di radiali
non ideali sono spesso molto più efficienti nel traffico DX a lunga
distanza rispetto a dipoli orizzontali, che devono essere montati alti
da terra almeno mezz'onda per poter irradiare a bassi angoli, ovvero quelli
richiesti per tale tipo di traffico. Se si pensa come tali misure siano
pari a 20 metri per la banda dei 40 metri, 40 metri per quella degli 80
e ben 80 metri per quella dei 160, risulta chiaro come un dipolo su tali
bande montato ad altezza inferiori risulti, rispetto ad una verticale,
buono solo per traffico che involva alti angoli di radiazione, ovvero QSO
locali o nell'ambito di poche centinaia di chilometri, oltre i quali i
segnali irradiati e ricevuti da una verticale risultano progressivamente
maggiori.
b) INSTALLAZIONI ELEVATE DAL TERRENO (su tetti, pali,
tralicci, ecc.)
Il problema delle perdite del terreno può essere evitato in
qualche modo montando l'antenna ad una certa distanza dalla superfi- cie
del terreno, su un piano di terra artificiale costituito da radiali risonanti,
solitamente realizzati con conduttori di lunghezza pari ad un quarto d'onda.
Generalmente quattro radiali risonanti costituiscono un sistema di
piano di terra (ground-plane) con perdite molto basse, qualora la base
dell'antenna si venga a trovare ad almeno mezz'onda da terra. Tale sistema
risulta quindi estremamente più favorevole, in termini di realizzazione
pratica, rispetto a quello costituito da 100 radiali e montato sul terreno.
Per lo meno per le gamme alte fino ai 20 metri, quindi, dove mezza
lunghezza d'onda è pari 5 a 10 metri, si può realizzare con
tale sistema di montaggio un notevole miglioramento nell'efficienza della
verticale considerata.
Per altezze della base inferiori a mezz'onda, ben probabili sui 40,
80 e 160 metri, sarà progressivamente richiesto un numero di radiali
superiore a 4 per realizzare una conduttività maggiore, al fine
di ridurre le perdite dovute al terreno sottostante l'an- tenna.
Anche con un numero di radiali relativamente basso, comunque, una antenna
verticale sufficientemente elevata da terra potrebbe risultare più
efficace rispetto ad un'altra montata a terra in quanto più alta
sopra ostacoli, ostruzioni ed altro e quindi più libera di irradiare
e ricevere senza distorsioni o accoppiamenti alle strutture o altro.
La lunghezza dei radiali risonanti per ciascuna banda può
essere calcolata con la seguente formula:
TRALICCI E PALI METALLICI
Qualora l'antenna sia supportata da una traliccio o da un palo metallico,
tutti i radiali dovrebbero essere connessi al supporto nel punto di attacco
della massa del cavo coassiale. Questo perchè una delle funzioni
di un radiale risonante è quella di desin- tonizzare una struttura
metallica usata come supporto per quelle correnti che diversamente potrebbero
invece scorrere sulla struttura stessa e così trasformare l'antenna
in una long-wire verticale con radiazione indesiderata ad alto angolo,
pessimo per il DX (una cosiddetta scalda-nuvole!).
ALTRI SCHEMI DI MONTAGGIO
In casi in cui una antenna verticale risonante non possa essere montata
nè a terra nè usata con un piano di terra elevato, l'ope-
razione può essere ancora resa possibile qualora la massa del cavo
coassiale venga connessa ad una massa di metallo piuttosto grande che sia
direttamente connessa o capacitivamente connessa alla terra, come ad esempio
un sistema di aria condizionata o di riscaldamento centralizzato, oppure
i tondini di ferro o le grandi masse ferrose e acciaiose delle armature
dei palazzi.
Alcuni radioamatori hanno riferito di interessanti risultati ottenuti
estendendo le loro antenne orizzontalmente o semi- verticalmente da grandi
ringhiere o masse metalliche di balconi o terrazzi che svolgevano funzione
di massa.
Si può inoltre considerare di estendere l'antenna da un balconcino
o da una finestra qualora venga condotta dalla base dell'an- tenna una
breve estensione di cavo o piattina di rame fino ad un tubo dell'acqua
fredda o ad un radiatore che funga da massa. In caso tale connessione sia
piuttosto lunga, potrebbe però essere necessario usare dei radiali
accordati per ottenere la risonanza su una o più bande.
In tali installazioni occorre avere molta cura al fine di evitare contatti
con cavi che portino tensione o che l'antenna cada sulle persone o sulle
cose altrui.
INSTALLAZIONI CON CAMPER, ROULOTTES O ALTRI MEZZI MOBILI
I principi di installazione delle antenne verticali su tali mezzi sono
gli stessi delle altre installazioni, e fanno tutti capo alle stesse considerazioni:
La prima è quella di installare l'antenna lontano da ostacoli,
inclusi gli stessi mezzi mobili.
La seconda è quella di installare un sistema di terra al di
sotto della base dell'antenna che sia il più efficace possibile
nel mi- nimizzare le perdite da correnti a radio frequenza che scorrono
nella terra.
Fortunatamente, le masse metalliche di caravans, campers, roulottes
ed automobili possono essere usate con ottimi risultati come piani di terra,
così come avviene per le piccole antenne da auto avvitate sui tetti.
Tali carrozzerie metalliche possono essere viste come una armatura
di un condensatore. Poichè anche le auto più piccole hanno
una superficie metallica abbastanza ampia rispetto a tale funzione, e per
di più in prossimità del terreno, la loro carrozzeria può
essere considerata accoppiata capacitivamente al terreno sottostante, e
quindi una vera e propria estensione del terreno stesso: una specie di
collinetta, per quanto riguarda le radio frequenze, ma con coefficiente
di conduttività molto maggiore della terra stessa.
Ovviamente tanto più grande sarà il veicolo, e quindi
la massa metallica, maggiore sarà il rendimento della installazione.
Sebbene in installazioni con mezzi mobili una antenna sia collocabile un
po' dovunque e fatta funzionare con basso r.o.s., il posto migliore dove
collocare una antenna è senza dubbio al centro del tetto metallico,
ove essa non sia "coperta" da altre par- ti del veicolo.
Nel caso di installazione di una lunga antenna verticale del tipo da
base, però, ciò risulta abbastanza poco fattibile. Nella
pra- tica, quindi, la cosa migliore da fare potrebbe essere quella di installare
l'antenna con la base all'altezza del tetto, ad esempio su un paletto di
supporto collocato lungo uno dei lati maggiori del mezzo mobile, camper
o altro. In tutti i casi l'antenna non dovrebbe essere allontanata o innalzata
più di qualche centimetro dal tetto del mezzo mobile, al fine di
rendere più corta possibile la connessione di massa tra il cavo
coassiale alla base dell'antenna ed il tetto o carrozz ria del veicolo.
Infatti tale connessione, se troppo lunga, potrebbe desintonizzare l'antenna.
Naturalmente è anche bene assicurarsi che le varie parti della carrozzeria
del veicolo siano elettricamente connesse tra di loro. Non è infrequente,
infatti, il caso in cui parti metalliche verniciate prima del montaggio
non assicurino una continuità elettrica, o parti non metalliche
"spezzino" la continuità delle connessioni tra i metalli. Le discontinuità
metalliche, inoltre, possono portare alla irradiazione di armoniche e TVI.
Qualora si utilizzi una verticale della BUTTERNUT, si tenga presente
che il tubo inferiore di montaggio della base è perfetta- mente
inseribile in un paletto che abbia un diametro esterno di 1.25 pollici
ed uno spessore di 0,058 pollici.
Altre verticali potrebbero richiedere altri accorgimenti di montaggio.
VERTICALI A "MEZZ'ONDA", "SENZA RADIALI" "CORTE AD
ALTO GUADAGNO"
ED ALTRE IDIOZIE PSEUDOTECNICHE
di Alessandro Novelli - I6NOA
I paragrafi che seguono hanno l'intento di aiutare coloro che si accingono
a considerare l'acquisto di una antenna verticale.
Al giorno d'oggi, infatti, a causa del basso livello di informazione
tecnica che caratterizza il radio-hobbysta, sia esso detentore di patente
di radioamatore o meno, la pubblicità relativa ad alcuni tipi di
antenne può permettersi di promettere miracoli ed altre cose del
genere.
Un esempio eclatante è dato da alcune verticali super-raccorciate
che vengono reclamizzate come aventi guadagni di 7-9 dB ed oltre, cosa
spesso non facilmente ottenibile neanche con antenne direttive!!!
Naturalmente non viene MAI espressa, in tali casi, la modalità
di misurazione di tali valori, nè viene fatto riferimento ad un
modello preso a paragone (ad esempio un dipolo orizzontale a mezz'onda
in spazio libero, inteso in genere come riferimento da alcune serie ditte
produttrici ed espresso nei loro cataloghi).
Ancora più intrigante può essere la misura del guadagno
riferita alla fonte cosiddetta isotropica, rispetto alla quale un dipolo
a mezz'onda in spazio libero (quindi ideale) dovrebbe avere un guadagno
di 2 dB.
Poichè una antenna verticale a quarto d'onda dovrebbe avere
+0.8 dB rispetto alla teorica fonte isotropica, non si capisce, nè
viene spiegato, come una verticale super-corta possa avere un guadagno
di 7-9 dB-iso.
Evidentemente il costruttore, in mancanza di una unità di misura
campione, assume come fonte isotropica quella relativa ad una fonte d'acqua
sorgiva, o una pozzanghera, o una stringa di scarpe bagnata.
Ecco, forse in tale caso un guadagno di 9 dB ed oltre può essere
spacciato per reale.
Nel frattempo però, in attesa che venga determinata una metodica
universalmente valida per la misura dei "guadagni" delle antenne, la prestigiosa
ARRL, associazione statunitense consorella della nostra ARI, non permette
che su QST, la sua rivista-organo ufficiale, appaiano le cifre relative
ai guadagni citate dai costruttori, che non possono essere reclamizzate.
Chi ha quindi i numeri e la cultura adeguata potrà determinare
quanto una antenna possa essere valida in base a parametri quali lunghezza
del radiatore e numero di radiali nelle verticali a quarto d'onda, lunghezza
del boom e numero degli elementi nelle direttive a seconda del tipo (quad,
loop, yagi, ecc.) e così via.
Chi invece non ha velleità di approfondire tali nozioni, diventa
inevitabilmente (e forse giustamente) preda di tali inserzioni pubblicitarie.
Cercheremo quindi qui di seguito di dare una spiegazione di massima
ad alcuni "fenomeni" ed aiutare coloro che non ne fossero in grado a calcolare,
per quanto possibile, l'efficienza di una antenna verticale senza cadere
in alcuni "tranelli" tesi ad arte.
Negli ultimi anni hanno fatto la loro comparsa sul mercato alcune "nuove"
verticali più o meno senza radiali. I loro produttori, forse al
fine di risparmiare all'acquirente l'angoscia di domandarsi cosa succede
alla loro preziosa radiofrequenza una volta che essa lascia l'antenna,
semplicemente ignorano le perdite legate alla terra o non dicono nulla
di utile (o di vero) circa tali perdite. La terra e le perdite ad essa
legate sono però naturalmente sempre allo stesso posto, perciò
è difficile capire come in tali antenne l'efficienza possa essere
maggiore del 50% nella maggior parte delle installazioni vicino alla terra.
Ma non sono queste antenne "mezze onde", e quindi più efficienti
delle "quarto d'onda" ?
Purtroppo la risposta in tali casi è no.
Infatti in un caso, ad esempio, una cosiddetta "mezz'onda" è
addirittura più corta di una "quarto d'onda" dello stesso fabbricante,
un fatto davvero curioso che non trova spiegazione in alcun testo.
Un altro fabbricante offre una antenna a "mezz'onda" per le HF non
più alta di 3,80 metri, mentre ancora un altro produttore offre
una semplice "quarto d'onda" in confronto alla quale le precedenti "mezze
onde" sono infinitamente più corte, e che si vuole far credere che
possa offrire il 90% dell'efficienza con appena 3 radiali, grazie al suo
sistema di alimentazione posto centralmente, che si sostiene elevi la resistenza
di radiazione simultaneamente all'eliminazione delle perdite della terra.
Sfortunatamente,
come può essere ben desunto dall'Antenna Book della ARRL, una tale
tecnica produrrà una resistenza di radiazione molto più bassa
di una antenna verticale a quarto d'onda della stessa altezza ed alimentata
alla base.
Inoltre, per quanto riguarda le perdite della terra, non è
chiaro come il punto di alimentazione di una antenna verticale possa modificare
la conduttività del suolo al di sotto ed intorno ad essa.
Infatti le perdite della terra si trovano nel terreno, e NON nel
conduttore.
Una volta esplicati questi concetti, esamineremo nel dettaglio alcune
verticali del commercio per le quali alcune caratteristiche tecniche siano
state importate direttamente dalla Terra Dei Sogni.
Ciò che i fabbricanti di tali antenne hanno in comune è
una evidente scarsa considerazione (ove non sia addirittura disprezzo)
per l'intelligenza a livello base del radioamatore-tipo, e per le nozioni
inconfutabili espresse nei testi tecnici, come ad esempio il quotato e
già citato ARRL Antenna Book.
Un proverbio diceva che chi non aveva buon cervello doveva avere buone
gambe.
In alcuni casi si potrebbe tranquillamente parafrasare tale proverbio
dicendo che chi non ha buon cervello deve avere molti soldi, in quanto
certe antenne costano davvero molto rispetto a ciò che danno.
Ciò non significa che chi adoperi certi prodotti non possa fare
collegamenti, al contrario.
Infatti, quando le condizioni di propagazione sono buone si possono
fare dei collegamenti DX anche con antenne estremamente corte o interne.
Personalmente ricordo di aver fatto dei collegamenti accordando, un tempo,
la classica rete del letto.
Però ciò non significa che tali antenne siano molto efficienti,
e di questo l'incauto acquirente si rende conto soltanto quando, al termine
del picco del ciclo solare undecennale che rende possibili splendidi collegamenti
sulle bande alte anche con basse potenze e piccole antenne, egli desidera
entrare in competizione con altri desiderosi di collegare la medesima stazione
DX, magari su gamme più basse, tipo 20, 40 o 80 metri, essendo la
propagazione ormai irrimediabilmente chiusa o quasi sulle gamme più
alte.
Colui che ha acquistato certe antenne "miracolose" durante il picco
dell'attività solare, al momento del calo delle macchie solari
comincerà a chiedersi se effettivamente tali miracoli siano sempre
possibili, o se siano legati a fattori diversi.
Dopotutto, ha mai fatto paragoni diretti con altre antenne commutando
ora l'una ora l'altra?
Ed inoltre, come mai l'amico con una verticale che costa molto meno
ma più lunga e con un buon sistema di radiali, che prima rivaleggiava
con lui sulle gamme alte quando le condizioni erano buone, ora passa sistematicamente
sopra il suo segnale e collega il DX mentre lui continua senza speranza
a chiamare e chiamare a vuoto?
Entriamo un po' più nel dettaglio riprendendo ed approfondendo
l'argomento legato alle perdite del terreno per le antenne montate a terra.
Abbiamo visto che qualcuno ha cercato di riscrivere le leggi della
fisica reclamizzando una antenna verticale operante "SENZA perdite legate
al terreno".
Se ciò però fosse vero, tale fabbricante avrebbe vinto
il premio Nobel per la Fisica, e l'intera industria delle stazioni Broadca-
sting sarebbe stata completamente rivoluzionata.
Purtroppo tale affermazione è completamente priva di fondamento,
per una ragione davvero ovvia: le perdite legate al terreno risultano dalla
Radio Frequenza che attraversa un terreno che, a seconda della conduttività
che lo caratterizza, è più o meno fonte di attenuazioni.
Ovviamente, quindi, sono qualcosa di legato al terreno ed alle sue
caratteristiche di composizione chimico-fisica, non al conduttore che costituisce
l'antenna.
Leggendo l'Antenna Book scopriamo che nella media delle installazioni
le perdite del terreno possono ridurre l'efficienza di una verticale del
50% o più, a meno che non vengano usati dei radiali in numero e
lunghezza sufficiente a migliorare la conduttività del suolo al
di sotto ed intorno all'antenna.
Sembra però che i radioamatori debbano imparare di nuovo questa
lezione basilare ogni circa 11 anni, quando il ciclo solare declina.
L'Antenna Book è abbastanza esplicativo circa il concetto secondo
il quale per NON avere perdite legate al terreno occorrerebbe avere un
numero di almeno 100 radiali di lunghezza pari ad almeno mezz'onda alla
frequenza più bassa.
In genere circa 15 radiali di lunghezza pari ad 1/8 d'onda saranno
sufficienti ad ottenere il 50% di efficienza, ma 2 soli radiali di tale
lunghezza non supereranno il valore del 25% di efficienza, la quale sarà
ancora minore se la lunghezza del radiatore verticale utilizzato sarà
abbastanza inferiore al quarto d'onda. Naturalmente il promettere miracoli,
essendo redditizio, è rapi- damente diventato popolare, al punto
da indurre altri costruttori a farlo, senza naturalmente supportare tali
promesse con argomen- tazioni tecniche, ma solo con semplici affermazioni
pretestuose.
Un'altra antenna "senza radiali" viene pubblicizzata come un'antenna
a "mezz'onda" su tutte le gamme da 10 a 40 metri, sebbene la sua lunghezza
fisica (circa 7 metri) sia molto più corta di un reale ed onesto
quarto d'onda su bande al di sotto dei 15 metri, e su tale banda venga
usata solo una parte del conduttore radiante.
Eppure si afferma che tale antenna sia una "mezz'onda dall'eccezionale
rendimento" nonostante essa abbia a mala pena la lunghezza di un quarto
d'onda sulla maggior parte delle bande.
Dobbiamo quindi concludere che una antenna a reale quarto d'onda, se
più alta della precedente, potrebbe avere un rendimento ancora migliore
se la chiamassimo "mezz'onda" ? E come la mettiamo con il fatto che non
si possono usare altri radiali oltre a quelli corti forniti per compensare
le perdite dovute al terreno, altrimenti l'antenna viene disaccordata e
non risuona più?
Forse che tale antenna, contro tutte le leggi della fisica, compensi
le perdite semplicemente chiamandosi "mezz'onda"?
Prima di andare avanti, schiariamoci un po' le idee approfondendo il concetto di EFFICIENZA, parlando di RESISTENZA DI RADIAZIONE, PERDITE DEL TERRENO E PERDITE IN GENERALE.
La RESISTENZA DI RADIAZIONE è la parte utile del segnale,
ovvero la parte che viene irradiata.
E', più tecnicamente, quella parte della impedenza totale dell'antenna
nel punto di alimentazione che viene "perduta" perchè irradiata
(esattamente ciò che vogliamo).
Ne possiamo concludere che non è esattamente una perdita, ma
viene considerata e trattata come tale, e misurata in ohms per semplificare
i calcoli.
La resistenza di radiazione di qualsiasi conduttore verticale dipende
in primo luogo dalla sua lunghezza verticale (o altezza che dir si voglia,
anche se impropriamente). Per la maggior parte delle verticali fatte con
cavo o conduttori tubolari aventi la lunghezza di un quarto d'onda (circa
10 metri sui 40 metri), ovvero 90° elettrici, la resistenza di radiazione
è di circa 35 ohms, come può essere desunto da una preziosa
tabella presente anche sull'Antenna Book dell'ARRL.
Supponiamo di prendere una tale antenna ed alimentarla con cavo coassiale
a 50 ohm, collegando la calza di tale cavo ad un paletto di circa 1,5 metri
conficcato in un terreno di media conduttività alla base dell'antenna.
Effettuando una misura alla base dell'antenna, probabilmente avremo
un R.O.S. di 1,7.
Cosa di dice questo valore di R.O.S. di 1,7 ?
Semplicemente che l'impedenza totale nel punto di alimentazione dell'antenna
deve essere pari ad 1,7 moltiplicato per il valore della impedenza caratteristica
della linea (50 ohms), ovvero 85 ohms.
Sapendo quindi che la resistenza di radiazione di tale conduttore a
quarto d'onda è, come desunto dalla Tabella succitata, pari a 35
ohms, effettuando la sottrazione 85-35 otterremo un valore di 50 ohms,
ovvero il valore della resistenza legata alle perdite di vario tipo.
NOTA BENE: Naturalmente, ciò che non è
resistenza di radiazione è una perdita secca, che non ci fa
alcun bene ai fini dell'efficienza totale dell'antenna.
L'EFFICIENZA può quindi essere definita come IL RAPPORTO TRA LA RESISTENZA DI RADIAZIONE DI UNA ANTENNA E LA SUA IMPEDENZA TOTALE NEL PUNTO DI ALIMENTAZIONE.
Nel caso preso in esame precedentemente avremo quindi un valore di 35/85
= 41% , cioè più o meno quello che ci potremmo aspettare
semplicemente applicando le informazioni contenute nell'Antenna Book circa
i sistemi di antenna senza o con pochi radiali.
Attenzione, quindi, perchè IL R.O.S. NON CI DICE NULLA CIRCA
L'EFFICIENZA DELL'ANTENNA.
Il SEGRETO, quindi, se segreto può chiamarsi una informazione
che è sui testi da oltre mezzo secolo, sta nel calcolare la probabile
efficienza di un radiatore verticale conoscendo la resistenza di radiazione
e l'impedenza nel punto di alimentazione prima di eventuali dispositivi
che adattino tale impedenza a quella della linea per ottenere un R.O.S.
di 1:1.
Tali valori, in genere, non sono resi noti dai fabbricanti perchè
non è nel loro interesse farlo.
Il valore relativo alla resistenza di radiazione può essere
facilmente desunto dalle tabelle pubblicate sugli Antenna Handbook, semprechè
sia possibile desumere quanta parte di una antenna verticale trappolata,
ad esempio, sia usata su una data banda. Nell'esempio precedente abbiamo
considerato una verticale di lunghezza pari ad un quarto d'onda reale,
in modo da poter usare il valore noto di 35 ohm relativo alla resistenza
di radiazione da applicare alle formule.
Un altro valore noto è quello di 75 ohm, relativo alla resistenza
di radiazione di una antenna di lunghezza veramente pari a mezz'onda intera,
ovvero 20 metri sulla banda dei 40 metri.
Sappiamo però che tali lunghezze, essendo poco pratiche, sono
ben distanti dall'essere caratteristiche di antenne commerciali, e quindi
il valore relativo ad antenne raccorciate sarà ben più basso.
Forse però i costruttori vorrebbero che si considerasse il valore
di 75 ohm relativo alla mezz'onda intera per far credere che l'efficienza
sia maggiore....
Per summarizzare brevemente dunque i concetti basilari, diremo ancora
che, perchè l'antenna verticale sia efficiente, la resistenza di
radiazione deve essere mantenuta alta quanto più possibile, mentre
la resistenza di perdita, che insieme alla resistenza di radiazione forma
l'impedenza di ingresso di una antenna, deve essere mantenuta al più
basso valore raggiungibile.
La resistenza di radiazione dipende quasi interamente dalla lunghezza
della struttura verticale, e decresce rapidamente al di sotto del quarto
d'onda elettrico, anche quando tale antenna viene definita una "mezz'onda".
La resistenza di perdita derivante da conduttori di diametro piuttosto
grande (mezzo pollice o più) è abbastanza bassa, e può
essere ignorata.
Lo stesso non può essere detto delle perdite legate al terreno,
che possono facilmente disperdere gran parte della potenza da voi applicata.
Vi sono inoltre ALTRE PERDITE da tenere presenti, cioè
quelle dei conduttori delle TRAPPOLE, circuiti accordati utilizzati
per rendere un unico conduttore operante su un certo numero di bande di
frequenza.
Se non vi sono chiari i concetti espressi finora, tornate indietro
e rileggeteli più volte fino a che non li avrete capiti a fondo.
Oltre alla gratificazione di avere appreso appieno delle nozioni, avrete
anche in mano (o per meglio dire in testa) gli strumenti che vi permetteranno
di operare delle scelte sagge senza sperperare inutilmente dei soldi attratti
da accattivanti pubblicità.
Ma torniamo alle nostre stupende verticali commerciali miracolose,
ed in particolare a quella che prometteva di non avere perdite legate alla
terra.
La soluzione che secondo la pubblicità consente a questa antenna
di eliminare le perdite del terreno è quella del punto di alimentazione.
La maggior parte delle verticali a quarto d'onda intere o raccorciate
sono solitamente alimentate alla base, un punto dove la corrente è
alta ed il voltaggio è basso, ottimo per i cavi coassiali che hanno
una impedenza piuttosto bassa.
Questa antenna è invece alimentata in un punto che si trova
al centro del radiatore verticale, con il cavo di alimentazione che corre
INTERNAMENTE alla metà inferiore del radiatore, riemergendo nella
sua estremità inferiore.
Questa soluzione, si dice, dovrebbe fare in modo che la resistenza
di radiazione salga a 50 ohms, simultaneamente cancellando le perdite del
terreno così come farebbe un sistema che richiede generalmente,
come abbiamo già visto, almeno 100 lunghi radiali.
Conseguentemente, si dice, tale soluzione dovrebbe consentire a tale
antenna di conseguire circa il 90% di efficienza, con buona pace di tutti
coloro che vivono nel Mondo Dei Sogni.
Come abbiamo già visto, infatti, le perdite del terreno rimangono
tali non essendo legate all'antenna ma alle caratteristiche del terreno
stesso.
Inoltre, alimentando una verticale di lunghezza pari ad un quarto d'onda
al centro anzichè alla base, la resistenza di radiazione si ABBASSA,
anzichè alzarsi come pubblicizzato.
A supporto di ciò quotiamo come sempre l'Antenna Book, nel quale
si legge (traduzione):
"......per avere un rendimento ottimale, una antenna raccorciata
dovrebbe essere fatta non più corta di quanto le circostanze fisiche
richiedano, dal momento che l'efficienza decresce rapidamente al decrescere
della lunghezza dell'antenna. Ad esempio, una antenna alimentata al centro
di lunghezza totale pari ad un quarto d'onda (metà lunghezza, quindi
pari a 45° elettrici) ha una resistenza di radiazione pari a 7 x 2
= 14 ohms, come può desumersi dalla Tabella 2."
Questo estratto appare nel corso della discussione di antenne raccorciate
ORIZZONTALI, la cui efficienza non è granchè ridotta da perdite
del terreno ad altezze da terra superiori al quarto d'onda, al punto da
avere punte di efficienza fino all'80% in progetti ben realizzati, anche
in caso di resistenza di radiazione piuttosto bassa.
Ma le antenne VERTICALI non possono essere considerate sospese orizzontalmente
al di sopra della superficie terrestre!
Il passaggio dell'Antenna Book esaminato descrive l'antenna verticale
di cui parlavamo prima talmente bene che potremmo essere tentati di pensare
che il suo progettista abbia dimenticato di stare lavorando con una verticale,
e non con un dipolo orizzontale, ed abbia quindi semplicemente ignorato
le perdite della terra che, in una antenna montata verticalmente, è
l'altra estremità del dipolo.
Quando quindi le perdite del terreno sono venute a galla sotto forma
di una impedenza di ingresso maggiore, il progettista ha forse pensato
di trovarsi di fronte ad una maggiore resistenza di radiazione.
Ad ogni buon conto, essendo assodato che le perdite del terreno affliggono
in maniera determinante l'efficienza di una verticale, facciamo un altro
semplice esempio per osservare come questa "nuova rivoluzionaria tecnologia"
possa funzionare nella pratica. Se la resistenza di radiazione dell'antenna
in questione è, come visto, pari a soli 14 ohms invece dei 50 ohms
anticipati, l'effi- cienza diventa pari a 14 diviso l'impedenza totale
di alimentazione.
Ma qual'è l'impedenza totale di alimentazione?
Poichè le perdite del terreno sono sempre lì, mancando
un cospicuo numero di radiali, e ciò può essere dimostrato,
poichè il R.O.S. è pari ad 1:1.
Essendo la resistenza di perdita pari alla differenza tra il valore
di impedenza di alimentazione totale e quello della resistenza di radiazione,
abbiamo quindi la certezza che ci siano delle perdite, certamente venute
da qualche parte, e che siano pari a 50-14 = 36 ohms.
Qualunque sia l'origine, una perdita è sempre una perdita. E
l'efficienza del sistema non può essere migliore di 14/50 = 28%,
ben distante dal 90% promesso dalla pubblicità del prodotto.
Al fine di fare buon uso per calcoli simili a quelli esposti delle
Tabelle dell'Handbook citate in questo articolo, ricordatevi di convertire
l'altezza dell'antenna che vi accingete a considerare in gradi elettrici:
un quarto d'onda sarà quindi pari a 90°, mezz'onda a 180°,
e così via.
Ora che sapete come sfruttare questi dati, non dovreste avere problemi
a fare i calcoli da soli.
Chi ha letto l'articolo finora avrà quindi chiaro il concetto
secondo il quale se l'antenna è molto corta al di sotto del quarto
d'onda la resistenza di radiazione sarà conseguentemente più
bassa, e qualsiasi altra resistenza di perdita nel circuito diventerà
una parte sempre maggiore della impedenza totale d'ingresso dell'antenna.
Conseguentemente, anche l'efficienza sarà minore, a meno di
non compensare le perdite e renderle più basse possibile.
Come ?
Prima dell'avvento delle antenne a "mezz'onda" e "senza radiali" ed
altre miracolistiche invenzioni, coloro che volevano incrementare l'efficienza
di antenne corte avevano un solo modo: quello di incrementare il sistema
di radiali, installandone parecchi e lunghi.
A questo punto però succedeva un fatto strano: man mano che
le perdite legate alla resistenza del terreno scendevano al di sotto dei
50 ohm, e quindi l'efficienza globale dell'antenna aumentava, anche l'impedenza
totale di ingresso dell'antenna diminuiva al di sotto dei 50 ohm.
La conseguenza era un innalzamento del R.O.S..
La scelta era quindi tra un R.O.S. basso ed una buona efficienza, non
conseguibili contemporaneamente, a meno di non installare un accordatore
con tutte le ulteriori piccole perdite ad esso legate.
I fabbricanti vennero a trovarsi nel mezzo: se infatti avessero detto
ai loro clienti di installare un grande numero di radiali o non avrebbero
forse venduto l'antenna oppure, una volta vendutala, avrebbero avuto un
gran numero di clienti a lamentarsi per il R.O.S. troppo alto.
Uno alla volta, quindi, i fabbricanti hanno in gran numero iniziato
a dare sempre meno importanza alla riduzione delle perdite del terreno,
ben sapendo che l'efficienza globale del sistema ne avrebbe sofferto, ma
che una dozzina di ohms o più di resistenza di perdita nell'impedenza
totale nel punto di alimentazione dell'antenna avrebbero messo fine ai
reclami per l'alto R.O.S. Probabilmente molte delle antenne "senza radiali"
e a "mezz'onda" hanno risolto il problema proprio in tale modo, cioè
assicurandosi una buona parte di resistenza di perdita per portare l'impedenza
d'ingresso più vicina ai 50 ohms, per la gioia di tutti coloro che
pensano che basti avere un basso R.O.S. perchè l'antenna sia efficiente.
Ma forse stiamo solo assistendo alla continuazione di un lungo periodo
di "rieducazione" di cervelli poco preparati, al termine del quale certi
radioamatori saranno fermamente convinti che le perdite legate alla terra
o altro sono qualcosa di positivo da coltivare.
Nelle spiegazioni di un fabbricante di un'antenna "senza perdite di
terra" si legge (traduzione): ......una antenna verticale multibanda deve
necessariamente avere delle perdite di terra per poter funzionare a dovere!
Ecco perchè una tale antenna, montata sul tetto (lontana dal terreno)
avrà difficolta ad operare bene su tutte le bande.....
Secondo tale concetto la sua antenna, avendo eliminato tali perdite,
può invece operare tranquillamente sui tetti oltre che a terra.
Altri fabbricanti di "mezz'onde" senza-radiali forse non si spingono
tanto in là nel vilipendere la teoria del funzionamento de le antenne,
ma si sforzano di fare la loro parte cercando per quanto possibile di confondere
le capacità critiche del mondo dei radioamatori.
Consideriamo ad esempio l'antenna a "mezz'onda" senza-radiali di cui
abbiamo parlato precedentemente.
Questa è essenzialmente un progetto che si basa sull'impiego
di trappole multiple. Queste non sono altro che dei circuiti accor- dati
in parallelo di tipo L-C inseriti lungo il conduttore verticale in vari
punti, in cui hanno il compito di presentare una alta impedenza alla radiofrequenza
in arrivo alla frequenza di risonanza della trappola. Per ogni banda viene
impiegata una trap- pola, ed ognuna di tali trappole praticamente "blocca"
lo scorrere di corrente oltre di essa su tale banda. In pratica, dunque,
su una data banda viene impiegata solo la parte di conduttore che arriva
fino
alla trappola, mentre la parte al di sopra di questa è come se non
esistesse. Sebbene dunque l'intera antenna sia alta circa 7 metri dal punto
di alimentazione alla sommità del conduttore verticale, soltanto
sui 40 metri viene sfruttata per intero tale lunghezza. Un quarto d'onda
intero sui 40 metri, però, è pari a circa 10 metri, il che
significa che su tale banda questa antenna è circa 3 metri più
corta. Conseguentemente, la sua lunghezza elettrica sarà pari a
circa 60°, e la resistenza di radiazione soltanto 13 ohms circa. I
sette radialini che fungono da "counterpoise" alla base dell'antenna nel
punto di alimentazione, lunghi appena 49 pollici, non possono certo garantire
una irradiazione apprezzabile, anche perchè ogni corrente che scorra
in ciascuno di essi sarà orizzontalmente polarizzata, e per giunta
largamente cancellata da correnti uguali ed opposte negli altri radiali
dal lato opposto dell'antenna.
Come fare per determinare l'efficienza di tale antenna, conoscendo
con sufficiente approssimazione la resistenza di radiazione dalla lunghezza
del conduttore impiegato, ma senza conoscere l'impedenza totale nel punto
di alimentazione?
Il costruttore fornisce le curve del R.O.S. banda per banda, che è
abbastanza vicino ad 1:1 alla risonanza. Potremmo usare queste informazioni,
se non fosse stato utilizzato alla base dell'antenna nel punto di alimentazione
un sistema di accordo toroidale a larga banda per ottenere un basso R.O.S.
su molte bande. Senza dubbio tale sistema di accordo è una buona
idea, perchè almeno su una banda la somma combinata della resistenza
di perdita e della resistenza di radiazione sarà talmente più
grande di 50 ohms prima dell'accordo che non potremmo facilmente separare
dall'insieme il valore della resistenza di perdita.
E' infatti molto più facile fare un calcolo sufficientemente
accurato circa l'efficienza quando la somma della resistenza di ra- diazione
e della resistenza di perdita Š inferiore a 50 ohms.
Ciononostante cercheremo di farlo in 2 modi, e cioè usando:
1) Le informazioni sul R.O.S. fornite dal costruttore
2) L'osservazione contenuta nell'Antenna Book dell'ARRL, che dice che
da una verticale a quarto d'onda intero con 2 radiali lunghi 1/8 d'onda
ci si può aspettare una efficienza del 25%, e progressivamente inferiore
man mano che l'antenna venga raccorciata.
Guarda caso i radialini usati nella verticale considerata nel nostro
esempio e due radiali da 1/8 d'onda per i 30 metri hanno all'incirca la
stessa lunghezza totale di conduttore, quindi i due sistemi dovrebbero
essere all'incirca equivalenti.
Se la nostra verticale impiega sui 40 metri una lunghezza di circa
7 metri, ovvero 60° elettrici, la sua resistenza di radiazione sarà
pari, come visto, a circa 13 ohms.
Se il R.O.S. è pari ad 1:1, la resistenza di perdita sarà
pari a 50-13 = 37 ohms, con una conseguente efficienza di 13/50 = 26%,
valore molto vicino alla verticale dell'antenna Book con due soli radiali
da 1/8 d'onda sulla frequenza, ma ben 3 metri più alta di questa,
per la quale quindi probabilmente l'efficienza sarà anche minore.
Sui 30 metri siamo ancora al di sotto di un quarto d'onda reale, poichè
vengono usati solo circa 5.5 metri di conduttore, ovvero circa 67°
elettrici, con una conseguente resistenza di radiazione su tale banda di
circa 18 ohms.
Tenendo presente un basso valore di R.O.S., avremo per i soliti calcoli
circa 32 ohms di resistenza di radiazione, con una efficienza di 18/50
= 36%, un valore un po' più alto di quello predetto dall'Antenna
Book, che potrebbe però anche essere possibile in presenza di terreno
a basse perdite, ovvero con conduttività molto buona.
Sui 20 metri la resistenza di radiazione ha un valore ben pi— elevato,
di circa 35 ohms, in quanto la lunghezza complessiva del conduttore utilizzato
su questa frequenza è finalmente un onesto quarto d'onda, ovvero
90° elettrici.
Il R.O.S. indicato è di 1:1, quindi l'impedenza totale di alimentazione
dopo la trasformazione potrebbe ben arrivare fino a circa 55 ohms, con
una efficienza del 35/55 = 63.6%.
Questo valore sembrerebbe in contrasto con quello del 25% espresso
dall'Antenna Book, ma dobbiamo considerare che la resistenza totale prima
del sistema di accordo doveva essere di circa 35 ohms più qualche
altro valore sconosciuto di resistenza di perdita, e che il valore di R.O.S.
riportato dal costruttore nasconde tutto eccetto circa 20 ohms della resistenza
di perdita.
In ogni caso, se avevamo 37 ohms di resistenza di perdita di terra
in 40 metri e 32 ohms in 30 metri, possiamo abbastanza tranquillamente
estrapolare un valore di circa 30 ohms in 20 metri, nel qual caso la VERA
efficienza sarà probabilmente più vicina a 35/65 = 53.8%.
Ricordiamoci però che in base ai dati dell'Antenna Book occorrono
almeno 15 radiali da 1/8 d'onda (un sistema quindi ben più estensivo
del sistema di radialini utilizzato) per ottenere una efficienza del 50%.
Un valore quindi più basso di questo appare molto più
ragionevole per la nostra antenna.
Sui 17 e 15 metri la resistenza di radiazione dovrebbe essere intorno
ai 35-50 ohms con circa la stessa efficienza, o leggermente migliore, rispetto
ai 20 metri.
Avvicinandoci ai 10 metri cominciamo a vedere un valore di efficienza
che si potrebbe avvicinare al 100%, se non fosse per le perdite di terra.
Sui 12 e 10 metri, infatti, la parte attiva del radiatore è pari
a circa 120° elettrici. Neanche in tal caso pos- siamo quindi parlare
di "mezz'onda" (180°), ma assumendo un valore fisso di resistenza di
perdita di terra possiamo però ritenere valido un valore di efficienza
leggermente superiore ad una antenna a quarto d'onda.
Il valore di R.O.S. di 1:1 espresso dal costruttore ci crea però
un problema: se la resistenza di radiazione di tale antenna di 120°
di lunghezza è pari a 100 ohms, ciò vorrebbe dire che tale
valore è pari alla impedenza totale nel punto di alimentazione!
Cos'è che non va in tutto questo ?
Innanzitutto ciò vorrebbe dire che non vi è alcuna resistenza
di perdita, e ciò è ovviamente impossibile, considerando
lo scarso sistema di radialini utilizzato.
E' vero che l'area coperta da un sistema di radiali diviene maggiore
al salire della frequenza, ma anche le perdite di terra diventano maggiori!
Dobbiamo quindi concludere che il circuito di accordo alla base dell'antenna
non fa a meno di tale resistenza di perdita, nè la trasforma in
qualcosa di utile.
Semplicemente esso trasforma l'impedenza di alimentazione totale (la
resistenza di radiazione e quella di perdita) in un diverso valore a beneficio
del R.O.S. e complicando a chi voglia saperne di più sulla efficienza
globale il compito di identificare e separare i due valori usando le semplici
tecniche precedentemente descritte.
Tutto ciò che il R.O.S. ci dice è il valore della impedenza
totale di ingresso, ma se viene impiegato un sistema di accordo può
anche non dirci molto.
Tocca quindi a noi cercare di identificare i corretti valori di resistenza
di radiazione, resistenza di perdita di terra e resistenza di perdita da
altre fonti.
Potremmo naturalmente accettare ciò che il costruttore ci dice
e lasciar perdere tutti questi tediosi calcoli, spendendo tranquil- lamente
una buona dose di denaro senza pensarci più, ma se ci soffermiamo
a pensare che quel costruttore ha già cercato di nasconderci, come
abbiamo visto, la verità circa l'altezza fisica di una antenna a
mezz'onda, allora forse......
Ricordiamoci che la parte utile di una antenna trappolata è
quella fisicamente utilizzata su una data banda, ovvero la parte compresa
tra il punto di alimentazione e la trappola relativa a tale banda: il resto
dell'antenna al di sopra di tale trappola non serve minimamente!
Tali antenne trappolate verticali non sono necessariamente dei cattivi
progetti. Sono semplicemente delle antenne poco efficienti, e lo stesso
sarà vero anche di tutte le altre antenne verticali il cui progetto
pretenda di ignorare le perdite legate alla terra.
Le affermazioni pubblicitarie relative ad "eccezionali performance
a mezz'onda" ed altre amenità del genere lasciano ovviamente il
tempo che trovano, alla luce di tali argomentazioni inconfutabili.
Un ultimo fatto curioso circa tale antenna che vale la pena di 20 notare
è che l'acquirente viene avvertito di NON tentare di ag- giungere
radiali a tale sistema, che verrebbe in tal modo disaccordato con conseguente
incremento del R.O.S.
In base alla suddetta affermazione sembrerebbe che non ci sia altro
modo di diminuire le perdite legate alla terra ed incrementare l'efficienza.
Ad alcuni sembrerebbe perlomeno strano ed un serio problema progettuale,
soprattutto in un sistema che costa un occhio della testa.
Ma ad altri ciò non importerà affatto, almeno fino a
quando grazie al ciclo solare favorevole potranno continuare a fare collegamenti
sulle gamme al di sopra dei 20 metri.
Ma quando le bande alte saranno chiuse in virtù di un ciclo
solare ormai ai livelli bassi, e l'efficienza dell'antenna avrà
una importanza vitale per sconfiggere la competizione sulle bande dai 20
metri in basso, è certo che saranno costretti a considerare tale
fattore, anche se sarà ormai troppo tardi.
Esaminiamo infine una verticale recentemente entrata a far parte della
"famiglia" delle verticali a "mezz'onda senza-radiali".
Questa non è più alta di 3,70 metri ma incredibilmente,
udite udite, raggiunge la "massima efficienza", almeno ciò promette
il fabbricante (un GRANDE fabbricante di accessori per la stazione radio....),
che fornisce insieme all'antenna una certa lunghezza di cavo coassiale
a 50 ohm, affermando che "...una combinazione ottimale di cappello capacitivo
e carica induttiva alle estremità porta ad un accordo perfetto con
la linea a 50 ohm senza necessità di un accordatore che introduce
perdite..."
Questa antenna è alimentata al centro, e il cavo coassiale fornito
passa dentro la parte verticale inferiore dell'antenna fino al punto in
cui si attacca alle due metà dell'antenna.
Oltre al radiatore verticale c'è un pezzo di tubo orizzontale
di circa 1 metro variamente addobbato di bobine trappolate e cappelli capacitivi.
A prima vista sembrerebbe essere un singolo radiale risonante abbondantemente
caricato di qualche strano genere, ma è probabilmente invece la
parte inferiore di un elemento di dipolo piegato lateralmente per consentire
al cavo coassiale di emergere dall'interno del pezzo verticale inferiore.
Proviamoci quindi, con la solita metodica, a dare una valutazione di
questa "mezz'onda" frutto di una "rivoluzionaria tecnologia" che promette
miracoli anche in questo caso.
Per una antenna alimentata al centro dovremo prendere in considerazione
la metà della lunghezza totale del dipolo (circa 5 metri in questo
caso), trovare la relativa resistenza di radiazione e quindi raddoppiarla.
Un radiatore verticale per i 40 metri di 2,5 metri di lunghezza sarà
pari a circa 22° elettrici, con una resistenza di radiazione di appena
1.8 ohms.
Moltiplicato per 2 tale valore otterremo 3.6 ohms per l'intera antenna.
Secondo il costruttore vi è un ottimo accordo per la linea coassiale
a 50 ohms, quindi se ciò significa che il R.O.S. è uguale
a 1:1, dovremmo quindi avere 50-3.6 = 47.4 ohms di resistenza di perdita.
E l'efficienza non sarà migliore di 3.6/50 = 7.2% !
Più che di efficienza di dovrà quindi parlare di INEFFICIENZA,
altro che storie!
Però è anche vero che le nostre regole terrene forse
non si applicano nel Mondo Dei Sogni a cui forse questi oggetti e le loro
"performance" appartengono.
Questa antenna non lavora sui 30 metri, perciò consideriamo
i 20 metri.
La lunghezza elettrica di ogni lato del dipolo è incrementato,
ed è pari a circa 43.6° elettrici. Anche la resistenza di radiazione
sarà maggiore, pari a 7.5 ohms moltiplicati per 2, ovvero circa
15 ohms. La relativa efficienza sarà pari a 15/50 = 30%
Vale la pena di sottolineare che questo tipo di progetto non considera
minimamente le perdite di terra, nè il costruttore ne fà
minimamente menzione, evidentemente non ritenendole affatto un problema.
Anzi, egli ci dice ".....non sono mai richiesti nè terra nè
radiali, perchè il sistema è talmente ben bilanciato che
è stata radicalmente eliminata la necessità dei radiali,
piani di terra ed altri contrappesi del genere.....non avrete quindi le
perdite di terra che sono così comuni con le verticali a quarto
d'onda....."
Ah, no ? Evidentemente questo fabbricante, esprimendo tali concetti,
vuole far partecipi i suoi clienti di qualcosa che tutti hanno finora ignorato,
e cioè che la terra in qualche maniera venga a sapere che tipo di
antenna si trova sopra di essa, e regoli in accordo la sua conduttività
variando la resistenza a valori ottimali...!!
Caro Lettore, se veramente riesci a credere anche a questo, allora
puoi veramente credere a qualsiasi cosa ti venga raccontata, anche se da
manicomio......
Tornando all'antenna, forse siamo stati anche un po' troppo generosi
nei calcoli relativi ai 20 metri, in quanto probabilmente oltre i circuiti
trappolati di accordo non scorre corrente su tale banda, quindi la lunghezza
totale dell'antenna è probabilmente anche un po' inferiore a quella
considerata, il che significa valori di resistenza di radiazione ed efficienza
ancora più bassi. Ricordiamoci inoltre che l'Antenna Book predice
il 25% di efficienza per un sistema a quarto d'onda reale con 2 radiali
da 1/8 d'onda, che questa antenna non ha affatto.
Ma ciò sembra non importare.....alla reale prova di utilizzo,
chi se ne accorgerebbe? ....
Tanto il R.O.S. è sempre intorno ad 1:1...........
Cosa si può dire dei 15 metri? Su questa banda la lunghezza
totale del radiatore sembra essere di 110° gradi elettrici, ovvero
55° per la metà dell'antenna, il che significa una resistenza
di radiazione di 11 ohms, ovvero 22 ohms per l'intera antenna.
L'efficienza è presto calcolata: 22/50 = 44%
Sui 10 metri la lunghezza totale effettiva è quasi pari ad una
mezz'onda, essendo di 148° elettrici. Ciò significa 74°
per lato, con una resistenza di radiazione di 20 ohms, che moltiplicato
per 2 porta quindi a 40 ohms per l'intera antenna.
Qui l'efficienza sarà del 40/50 = 80%.
Naturalmente che tali valori esistano realmente dipenderà soprattutto
dalle perdite legate alla terra.
Anche questa antenna, come le altre, pretende di essere "indipendente
dalla terra", che in parole povere starebbe a significare che nessuna di
tali antenne richiede una connessione alla terra di alcun tipo per operare
con basso R.O.S..
Il che significherebbe anche doverle porre molto, molto in alto.
Però guarda caso nessuna antenna HF appartenente al mondo della
realtà può essere piazzata talmente in alto da essere totalmente
immune dalle perdite della terra (e qualsiasi tipo di terra porta con sè
qualche sorta di perdita, specialmente se non vengono poste in essere delle
misure atte a compensarle, tipo un sistema di radiali).
La propaganda anti-radiali ha raggiunto negli ultimi anni vertici clamorosi,
fino al punto di demonizzarli al punto da definirli "inutili", "antiestetici"
o "non convenienti", a seconda della teoria portata a supporto dei progetti
di verticali "senza radiali".
L'assunzione di base, anche se non citata apertamente, che si cela
dietro le antenne verticali cosiddette a "mezz'onda senza- radiali" , è
probabilmente quella secondo la quale le verticali irradiano ugualmente
male in tutte le direzioni, quindi perchè preoccuparsi dell'efficienza?
Un filo di logica qui potrebbe anche esserci, in quanto i fabbricanti
negli ultimi vent'anni non hanno fatto altro che reclamizzare alcune antenne
con lo slogan "lavora con o senza radiali di terra", quindi è entrato
quasi nella logica comune il ritenere che i radiali non siano granchè
necessari.
Qualche radioamatore ha anche pensato di compensare tali deficienze
di efficienza di queste "mezz'onde" o altro "senza- radiali" aumentando
la potenza con amplificatori lineari di un certo calibro, fino a che non
si è trovato a competere nel tentativo di collegare una stazione
DX con un altro radioamatore senza lineare con la sua brava antenna a quarto
d'onda, alla base della quale questi ha installato, con spesa infinitamente
minore, un cospicuo numero di radiali, ed ha magari collegato la stazione
DX ben prima di lui passando sul suo segnale.....
Scoperto il "segreto", ha quindi a sua volta tentato di installare
radiali per aumentare l'efficienza della sua "rivoluzionaria" antenna "perfettamente
bilanciata", solo per scoprire con amarezza che i radiali disaccordavano
la sua antenna rendendola inuti- lizzabile.....
Vorrei concludere affermando di essere completamente d'accordo con l'amico
John, ON4UN, che nella sua edizione 1994 del libro LOW BAND DXing afferma
che non è vero che una verticale richiede poco spazio, al contrario!
Una verticale di spazio ne richiede tantissimo tutt'intorno alla base,
per poter installare quel cospicuo numero di radiali di cui si è
tanto parlato finora, grazie ai quali l'antenna avrà quell'efficienza
elevata che ne giustifichi l'installazione, soprattutto se il fine ultimo
è quello di ottimizzare il collegamento DX che richiede i bassi
angoli di radiazione della verticale.
Se poi invece si vogliono fare solo collegamenti a breve distanza,
allora il classico dipolino, anche basso, con il suo alto an- golo di radiazione,
può servire allo scopo....ma questa è un'altra storia, e
ne parleremo un'altra volta.
BIBLIOGRAFIA
- The ARRL Antenna Book - Varie edizioni by ARRL
- Low Band DXing - By John Devoldere, ON4UN - Ed.1994